L’Archivio centrale dello Stato e l’Istituto per i beni culturali dell’Emilia-Romagna hanno messo a disposizione un subset di dati descrittivi archivistici tra quelli consultabili online dai rispettivi portali istituzionali ACS e IBC Archivi , al fine di testare metodologie comuni di esposizione dei dati raccoti con xDams in formato XML secondo i principi dei Linked Open Data (LOD).
Per conseguire tali obiettivi ACS ha permesso l’utilizzo dei dati inventariali dell’Archivio della Direzione Generale dell’Agricoltura del Ministero dell’Agricoltura, industria e commercio (1861-1916) e i dati del Casellario Politico Centrale, mentre IBC ha consentito l’analisi ed il trattamento dei dati descrittivi di soggetti conservatori, archivi storici, e soggetti produttori.
L’Archivio della Direzione generale dell’Agricoltura del MAIC 1860 – 1912
L’archivio costituisce uno degli architravi sui quali è stata edificata la costruzione del nuovo Stato unitario. Istituito nel 1860 il Ministero si occupò delle bonifiche e delle irrigazioni del territorio italiano. Soppresso per un brevissimo periodo, fu ricostituito nel 1878 come organo statale avente competenze su agricoltura, boschi e foreste, commercio e industria comprendenti anche pesi e misure, miniere, caccia, pesca, statistica generale, economato.
Il Casellario Politico Centrale 1894-1945
L’archivio è costituito da 152589 fascicoli personali che contengono note informative, relazioni, verbali di interrogatori, provvedimenti di polizia, indicazioni di iscrizione nella Rubrica di frontiera o nel Bollettino delle ricerche e spesso una scheda biografica che riporta sinteticamente e cronologicamente tutta l’attività dello schedato. I documenti di data successiva al 1945 si riferiscono alle pratiche per la concessione dei benefici accordati ai perseguitati politici del regime fascista.
Le descrizioni di IBC Archivi
Si tratta delle descrizioni di 71 soggetti conservatori della Provincia di Bologna (Comuni, Provincia e Istituti culturali) e degli 824 archivi storici da essi conservati, nonchè dei soggetti produttori dei medesimi fondi
L’analisi e l’utilizzo dei dati d’archivio
La diversità dei dati presi in considerazione, sia per provenienza che per natura, più che un limite ha costituito uno stimolante punto di partenza e un vero e proprio banco di prova e di sperimentazione; si è infatti potuto testare a pieno le potenzialità offerte dall’elaborazione dei dati archivistici in formato RDF, sulla base delle relazioni dagli oggetti e dalle proprietà definiti nell’ontologia della descrizione archivistica OAD.
I dati consultabili in questa prima fase del progetto ReLoad sono stati rielaborati dagli inventari analitici realizzati in tempi e modi differenti, ma con caratteristiche simili per struttura e composizione.
Tutti gli strumenti di ricerca infatti fanno riferimento a uno o più titolari di classificazione: quello del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, e quello dei comuni italiani, il cosiddetto titolario Astengo, pubblicato nel 1897 dal Ministero dell’Interno e adattato con alcune varianti nel corso del tempo.
Ai titolari si aggiungono le numerose chiavi di accesso, nomi di persona, di ente e luogo, codificate separatamente rispetto ai metadati descrittivi ma non normalizzate. Pur trattandosi di materiale grezzo si è proceduto nel raffinamento e nella normalizzazione di tali punti di accesso non nei dati di origine, bensì nei dati RDF da esporre come LOD.
In tal modo l’elaborazione e la revisione dei contenuti archivistici di origine rimangono attività fisicamente e temporalmente separate dal trattamento dei dati per il riuso. Gli esiti del presente progetto consentiranno altresì di calibrare meglio gli interventi di schedatura e codifica futuri e di revisione dei dati già pubblicati.
Non si tratterà mai di duplicare dati su differenti sistemi informativi, ma di intervenire sui dati “sorgenti” per pubblicare risorse informative sempre più puntuali, open, interoperabili. Ciò anche al fine di dare un valore aggiunto alla tradizionale navigazione delle risorse archivistiche, non più soltanto orientato all’accesso ai contenuti informativi tramite il contesto di produzione e sedimentazione delle carte, ma anche proiettato a far emergere informazioni referenziabili localmente e univocamente, nel Web of Data.